Tra il 2011 e il 2012 nel Regno unito sono stati persi oltre 1700 letti psichiatrici. Sul “Guardian” del 23 ottobre, Alex Langford, psichiatra del sistema sanitario nazionale inglese, ha scritto un pezzo molto accorato di allarme per quello che sta succedendo ai pazienti con disagio mentale. Sta infatti capitando, racconta il medico, che si presentino genitori o parenti con il malato in fase critica e in ospedale non ci sia posto, non per quel tipo di paziente almeno. A quel punto non resta che cercare una struttura privata (che vuol dire fare anche centinaia di chilometri) o tornarsene a casa.
Il dottor Langford dice di non essersi mai vergognato tanto di lavorare per la sanità pubblica come quando deve dire a queste persone che non c’è posto.
La cosa più triste è che pare che a questi pazienti si possa offrire un tipo di ricovero che per qualunque altro malato risulterebbe inaccettabile, come ad esempio proporre un divano anziché un letto, o il posto di qualcuno momentaneamente altrove. Certo, sempre meglio quello che essere mandati via, ma è chiaro che quella “parità” tra salute fisica e mentale sancita anche la scorsa estate dal governo è lungi dall’essere raggiunta.
Purtroppo questi pazienti hanno anche il difetto di non essere inclini all’organizzazione di azioni collettive di protesta e di rivendicazione dei loro diritti.
(theguardian.com)