La scodellatrice

“Le scodellatrici devono essere fornite di adeguato materiale antiinfortunistico (ai sensi delle proprie procedure operative) e possono essere soggette a malattie professionali”. Cosa fanno le scodellatrici? Danno da mangiare ai bambini nelle mense scolastiche. Insomma scodellano. Il loro mansionario preciso si può leggere qui:
http://pappapedia.pappa-mi.it/ristorazione/distribuzione/scodellatrici

C’è anche un pdf da scaricare sui disturbi muscolo scheletrici.
Questa ormai non più nuova professione è nata nel 1999 quando ai sensi del comma 4 dell’art. 8 della legge 3 maggio 1999, n. 124, è stato sancito che i collaboratori scolastici (i vecchi “bidelli”) non potevano più dare da mangiare ai bambini delle materne. Il protocollo d’intesa con i sindacati escluse infatti dal mansionario del collaboratore scolastico compiti come il ricevimento dei pasti, la predisposizione del refettorio, la distribuzione dei pasti e lo “scodellamento”. Dato che però il cibo preparato andava comunque servito ai bambini, occorreva trovare qualcuno che lo facesse. Allora i bidelli niente (neanche di fronte a incentivi di 800-1000 euro al mese accettarono: “Non tocca a noi”). Le maestre men che meno e quindi? Niente paura, la soluzione era semplice: bastava trovare dei lavoratori che si presentassero a scuola intorno all’ora di pranzo e se ne andassero subito dopo, gli scodellatori, appunto. O meglio: le scodellatrici. Oggi, a svolgere questo mestiere sono perlopiù donne. Il loro stipendio si aggira sui 3-400 euro al mese (salvo da giugno a settembre quando non c’è affatto). I contratti dei nuovi assunti sono stati “a chiamata”.
L’attività in oggetto sarebbe stata “svolta nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse” si legge nei documenti dell’epoca. Sarà. A suo tempo Rizzo e Stella però quantificarono che un Comune di media grandezza, con 2000 alunni cui dar da mangiare, spendeva per le “scodellatrici” 300.000 euro ogni anno scolastico.

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