Al governo, se si farà, noi consigliamo di prendere al più presto i seguenti provvedimenti:
-abolizione del finanziamento dei partiti, con possibilità di un tot per mille da devolvere al partito; obbligo della pubblicità di ogni finanziamento privato.
-adeguare lo stipendio dei deputati a quello di un sindaco di capoluogo di provincia (come proposto, così fu detto, dal Pd); con rimborsi spese dati “dopo”, a fronte di documentazione e segretari assunti, in regola ovviamente, direttamente dalle Camere.
-adeguare gli stipendi degli alti funzionari dello Stato, dei ministeri, dell’esercito, ecc., alla media europea (come proposto dalla lista Giannino).
-fissare un tetto complessivo di 5000 euro alle pensioni, comprese quelle già in essere; un tetto non superabile neanche nel caso di cumulo di più pensioni.
-liberalizzazione delle licenze dei tassisti.
(Il ricavato dei primi quattro provvedimenti dovrebbe andare a favorire l’assunzione a contratto determinato o indeterminato di giovani in cerca di lavoro).
Lo scontro sarebbe durissimo, ma vincerlo spianerebbe la strada per altre riforme radicali e per l’inizio della costruzione di una nuova Italia. Alla vigilia della formazione del secondo Prodi ci capitò di chiedere a un dirigente del Pd se avremmo mai avuto il bene di vedere un tassista nero. Ci fu risposto: “Eh, no. Questo no. Quella delle licenze ai tassisti non è una riforma, è una rivoluzione e per fare una rivoluzione ci vuole l’appoggio della gente”. Aveva ragione. Certe riforme passano se c’è un movimento di popolo che le appoggia. È questo che dovrebbero fare i militanti delle sezioni, altro che stare a discutere se si poteva eleggere Rodotà. Ricordiamo che sui tassisti finisce Prodi ma finisce anche Monti. Quest’ultimo, osannato qualche giorno prima dalla stampa internazionale come la Thatcher italiana, dopo l’umiliazione subita da parte di quell’energumeno con cappotto che andava su e giù a un raduno di taxi facendo balenare il passaggio a modi violenti, tornò a diventare l’eterno mediatore italiano, che scansa ogni resa dei conti, per di più credendo furbescamente di non darlo a vedere. Da quel momento il governo Monti non c’era più.
Ovviamente bisognerebbe far tutto il possibile per tenere i provvedimenti il più lontano dalla magistratura, amministrativa e non, che abbiamo visto bene cosa può fare, quando si toccano gli stipendi degli alti funzionari statali o quando si deve decidere se una siringa può costare a Roma quindici volte che a Milano.
Bisognerebbe poi avvertire gli interessati, che hanno il diritto di protestare, ma nei modi adeguati. Un tassista potrà fare tutte le serrate che vuole, ma non potrà bloccare il traffico dei cittadini. Un ambasciatore potrà scrivere lettere di protesta, anche su carta intestata, ma non potrà far sciopero (o sì?) pena il licenziamento.
A tutti quelli, infine, che leveranno alti strilli sui “diritti acquisiti” basterà ricordare che ci sono lavoratori che dovranno stare al lavoro altri cinque anni grazie a un tratto di penna e che Cipro, dove di notte hanno portato via alla gente anche il 35% dei soldi che avevano in banca, è nel Mediterraneo.