Dotati o solo ben preparati?

Natalie Viderman, quattro anni, per sei mesi ha trascorso, ogni settimana, un’ora e mezza al Bright Kids, a lavorare sulla visualizzazione spaziale e il ragionamento seriale, parte del Naglieri Nonverbal Ability Test (Nnat 2), il nuovo test adottato a New York per selezionare i bambini dotati. Con la madre poi lavora ogni sera su conoscenze generali e altri test preparatori. Così comincia l’articolo di Jenny Anderson sul “New York Times” sul programma per i ragazzini “dotati” adottato dalle scuole di New York e che sta scatenando tutta una serie di discussioni, tra cui quella se i bambini selezionati siano davvero i più talentuosi o semplicemente quelli che hanno genitori in grado di prepararli ai test.
La questione, alla fine, è come capire chi è davvero “gifted”, cioè dotato.
Già valutare uno studente non è facile, immaginate cosa vuol dire testare un bambino di quattro anni. Come non bastasse è in corso una gara tra le imprese che si occupano di test per dimostrare di saper scovare un genio in ogni bambino. Non a caso, nell’anno scolastico 2012-2013 sono stati classificati come dotati quasi 5000 bambini, il doppio dell’anno precedente. È stato proprio alla luce di questi dati che i funzionari del dipartimento dell’Istruzione hanno iniziato a preoccuparsi. È risultato infatti evidente che la preparazione ai test (che tra l’altro non tutti possono permettersi e quindi è una selezione nella selezione) vanifica i test stessi nella loro funzione di ricerca dei veri talenti.
Il fatto è che appena sono stati cambiati i test, sono usciti nuovi strumenti per prepararsi. Anche la mamma di Natalie ha interpretato l’introduzione di un test più severo come un messaggio ai genitori a fare di più e non ha perso tempo…
(nytimes.com)

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