Biografia terapeutica

All’ospedale Louis Pasteur, a Chartres, dal 2007 è in corso un esperimento. Il reparto di oncologia propone ai suoi pazienti di scrivere la storia della loro vita. Ad accompagnarli è Valéria Milewski, che prima scriveva per il teatro. L’idea nasce da una massima, scarabocchiata sul tavolo dell’ufficio di Valéria: “Quando non sai dove stai andando, guarda da dove vieni”.
Dopo averci pensato per un po’, è stata lei a presentare il progetto. Le hanno risposto: “Non abbiamo soldi, ma lo facciamo”. Ovviamente il lavoro di scrittura dei pazienti è sottoposto alla pressione del tempo. C’è chi, come Gilles e Clarisse-Andrée, hanno riempito diversi quaderni; altri non sono andati oltre qualche pagina. Benjamin Leclercq, l’autore dell’articolo, spiega che non si tratta di un testamento. Gli “autori” non menzionano la morte. La stessa malattia occupa poco spazio, non si tratta di scavare nella sofferenza o di fare della psicanalisi. Clarisse-Andrée, 49 anni, ha scoperto di essere malata in Francia, lontana dal suo paese e dopo un’ospedalizzazione urgente si è vista costretta a rimanere lì. Lei, per esempio, ha deciso di raccontare dei problemi del suo paese, la Repubblica Centroafricana. (lemonde.fr)

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