Essere un cane in Cina

Lo sappiamo, la Cina può essere un paese spietato per i cani e tuttavia negli ultimi anni qualcosa sta cambiando. La maggiore ricchezza disponibile  e l’urbanizzazione, oltre al contagio di costumi occidentali hanno reso il cane sempre più un animale domestico e meno l’ingrediente della cena.
Tra l’altro anche in Cina sono in aumento le persone che vivono da sole, e molte di queste amano avere un animale da compagnia. Ne ha parlato recentemente anche il Guardian.
Il problema è che il mercato è ancora fuori da ogni controllo e così si passa dai mastini tibetani che sono diventati addirittura un bene di lusso per l’élite danarosa del paese fino ai casi, già oggetto di denuncia degli animalisti, di compravendita poco trasparente in cui si registra un alto tasso di mortalità degli animali (anche per alcune pratiche dei venditori, come imbottirli di farmaci per farli sembrare più vivaci).
I mastini comunque pare siano particolarmente apprezzati in Cina, non solo per il manto e l’intelligenza, ma soprattutto per le dimensioni e la ferocia, perfetta per scoraggiare i ladri che rapiscono i cani e li vendono per la loro carne.
Certo è che “la gente spende una quantità di denaro incredibile per i propri cani – amano i loro cani come se fossero membri della famiglia”, ha spiegato il regista Wu Ming, che sta realizzando un documentario in proposito.
Le stranezze non mancano. In occasione delle Olimpiadi del 2008, in città sono stati vietati i cani più alti di 35 centimetri, così se durante il giorno si vedono pekinesi e barboncini portati a spasso dai loro proprietari, perlopiù pensionati, Golden retriever, labrador e husky appaiono solo a tarda notte quando è poco probabile incrociare un poliziotto. Intanto, in assenza di una legge, resta impunito chi maltratta o anche uccide un cane per usarlo come carne. I tempi sono lunghi, anche perché per il momento questa decisamente non è tra le priorità del paese.

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