In Francia, nel suo ultimo rapporto annuale, il Difensore civico per i bambini ha affrontato la questione della possibilità per i giovani di cancellare i dati personali immessi in Internet. In realtà, spiega Serge Tisseron, psichiatra e psicanalista, in un intervento su Liberation, non sono solo i giovani ad aver bisogno di esser protetti in questo settore. C’è chi, dopo una separazione o un divorzio, vorrebbe rimuovere le foto che lo ritraggono con la ex; c’è chi vorrebbe cancellare post che potrebbero danneggiarlo nel futuro lavoro, ecc. Ecco, per Tisseron, la possibilità di cancellare intere fasi della vita o semplici serate (da dimenticare e di cui invece si è lasciata traccia), è sbagliata perché incoraggia un comportamento irresponsabile davanti alla tecnologia. Più giusto è invece che fin da giovani le persone imparino che Internet non è una bobina che si può tagliare e riattaccare; così come nella vita le cose che passano in qualche modo restano e bisogna farci i conti. L’antidoto allora non è la protezione, ma l’educazione ad autoregolarsi e proteggersi da soli dai rischi di un uso un po’ leggero della rete.