Già c’era preso un colpo, a noi che ogni tanto ci mettiamo a sfogliare le prime annate della Critica Sociale (atto di nascita, 1892) per cercare le diatribe fra Gnocchi Viani e Turati, fra proudhoniani e marxisti, il cui esito è stato così carico di conseguenze per il Novecento, o a scorrere le annate del secondo dopoguerra, quando a dirigerla era Faravelli, forse l’unico, secondo l’amico Pietro Adamo, in grado di cambiare la storia della sinistra italiana (ma purtroppo l’omofobia imperava anche a sinistra); ecco, c’era preso un colpo quando una sera, navigando in Internet ci è capitato di ritrovarla in versione online. Direttore? Cicchitto. Adesso abbiamo saputo che anche il glorioso Avanti! (atto di nascita, 1896) protagonista di tante battaglie, nella principale delle quali, quella antifascista, caddero decine di redattori, è sopravvissuto anche lui, online, e a dirigerlo è un tipo che si sta distinguendo in una battaglia strenua per dimostrare che Fini, che ha abbandonato Berlusconi, è un manigoldo. Ma chi è questo Lavitola? Da dove è uscito? Han detto che è un craxiano.
Beh, allora diciamo così: se mai Craxi sarà stato un grande statista, per via di Sigonella e della scala mobile, come capo del Partito socialista possiamo concludere che è stato un disastro totale. Da Bissolati, Serrati, Silone, Nenni, eccetera, a Lavitola è decisamente troppo.