Cosicché torna buono il piano saudita per la Palestina che, quando fu proposto, cadde nel silenzio più profondo dell’intero mondo. Già, allora i dirigenti americani passavano il loro tempo a giocare a domino e in Israele c’era Sharon che ne aveva un altro di piano, far di Gaza “la pattumiera dell’Anp” (parole sue) e strame della Cisgiordania. (E quanto si è detto in Occidente, e qui da noi, sulla buona volontà di Sharon, su “un primo passo”, eccetera, eccetera! Ma è inutile, ormai verso Israele si ha lo stesso atteggiamento che si aveva negli anni Trenta verso l’Urss: sono sempre buone le intenzioni, e quando proprio i risultati delle intenzioni non son buoni per nulla, allora si adducono le condizioni estreme, l’isolamento, che comunque è un modello di democrazia, ecc. ecc.).
E perché ora i sauditi? Perché la resistenza irachena vince, punto. La storia ci fa ripassare una lezione che volevamo dimenticare: la forza conta, eccome. Ma che amarezza.
E perché ora i sauditi? Perché la resistenza irachena vince, punto. La storia ci fa ripassare una lezione che volevamo dimenticare: la forza conta, eccome. Ma che amarezza.