Ammettendo di essere condizionati dal dispiacere, un po’ meschino effettivamente, trattandosi di così grandi ideali, di veder tornar su Berlusconi in men che non si dica; ammettendo il sospetto, un po’ maligno, che una così nobile gara di pacifismo nasconda una faida squallidamente elettorale fra due tronconi dello stesso partito comunista (che però si ritrovarono insieme al congresso di partito di tal Milosevic le cui gesta, quanto a pacifismo, sono documentate qui a fianco); vorremmo rivolgere di nuovo ai pacifisti, e agli integerrimi otto, le seguenti domande (e ci scusiamo di citarci): chiedereste di bombardare i binari per Auschwitz? Fu giusto combattere Hitler? Viene prima la pace o la libertà? Il pronto soccorso è un dovere? La legittima difesa è un diritto? Questo per star sulle generali. Che poi l’Afghanistan rischi di diventare un’avventura è evidente ma siamo con gli altri e forse è meglio discutere con gli altri. Che l’invasione dell’Iraq sia una catastrofe politica (manna dal cielo per ogni risma di fascisti islamisti) e un’impresa criminale degna del tribunale dell’Aja è oramai, per chi scrive, fuori discussione.